Le considerazioni del paragrafo precedente cominciano a delineare differenze importanti fra le figure professionali presenti nel database Miur-Cineca, che finora abbiamo distinto soltanto come docenti/ricercatori a tempo indeterminato e a tempo determinato. Il titolo di questo paragrafo si riferisce, invece, alla distinzione fra personale docente di ruolo , o strutturato (professori ordinari, professori associati e ricercatori a tempo indeterminato) e il personale non strutturato (ricercatori a tempo determinato e titolari di assegni di ricerca).
In questa sezione, oltre che entrare maggiormente nel dettaglio delle differenze fra alcune di queste figure, getteremo anche uno sguardo sulle altre figure della docenza e della ricerca che popolano e animano l’università italiana: i docenti a contratto e i collaboratori in attività di ricerca. In breve: oltre che distinguere fra docenti/ricercatori a tempo indeterminato e a tempo determinato, preciseremo anche le caratteristiche di alcune figure “a tempo indeterminato” e di quelle che lavorano in maniera temporanea.
La docenza universitaria è concettualmente costruita come una “piramide”, al cui vertice sono i professori ordinari e la cui base è costituita da forze giovani e ancora non perfettamente mature. La numerosità dei docenti e delle fasce non ha sempre rispecchiato questa organizzazione. Ad esempio, tra il 1999 e il 2006 la quota degli ordinari era cresciuta tanto da conferire una forma a clessidra alla distribuzione del corpo docente (Cfr. Rapporto ANVUR 2016 : 360), ancora visibile nel 2008.
Figura 93 . Numerosità dei docenti/ricercatori. Valori assoluti. Anno 2008. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella figura precedente è appena visibile, nella fascia dei ricercatori, la numerosità dei ricercatori a tempo determinato, figura introdotta, come più volte ripetuto, dalla legge 230/2005 .
Dopo la legge 240/2010 , si è ripristinata una configurazione piramidale, con «una larga base di ricercatori, una quota lievemente minore di professori associati nella fascia centrale e, infine, una piccola quota di ordinari al vertice» ( Rapporto ANVUR 2018 : 264).
Figura 94 . Numerosità dei docenti/ricercatori. Valori assoluti. Anno 2011. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella figura precedente, nella fascia dei ricercatori sono comprese ben quattro tipologie differenti di ricercatore: i ricercatori a tempo indeterminato, i ricercatori a tempo determinato legge 230/2005 e i ricercatori a tempo determinato legge 240/2010 di tipo A e di tipo B (questi ultimi, all’epoca, in tutto 7 e dunque poco visibili nel grafico).
Anche nel 2014, la figura disegnata dalla distribuzione dei docenti/ricercatori è piramidale.
Figura 95 . Numerosità dei docenti/ricercatori. Valori assoluti. Anno 2014. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella figura precedente, nella fascia dei ricercatori le quattro tipologie di ricercatore sono tutte visibili.
Nel 2017 – che, come abbiamo detto più volte, è l’anno del picco negativo nella numerosità dei docenti/ricercatori – comincia a farsi evidente il restringimento della base della piramide.
Figura 96 . Numerosità dei docenti/ricercatori. Valori assoluti. Anno 2017. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella figura precedente la fascia dei ricercatori comprende ancora una maggioranza di ricercatori a tempo indeterminato; gli RTD legge 230/2005 sono quasi scomparsi, mentre gli RTD-A e gli RTD-B legge 240/2010 sono ormai ben presenti.
Nel 2020, la piramide presenta un netto squilibrio: la fascia dei ricercatori non solo comprende categorie fra loro molto differenti, ma si è anche ridotta quantitativamente, ed è ben al di sotto del numero degli associati.
Figura 97 . Numerosità dei docenti/ricercatori. Valori assoluti. Anno 2020. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella figura precedente si evince come, nella fascia dei ricercatori, si sia compiuto il sorpasso numerico dei ricercatori a tempo determinato sui ricercatori a tempo indeterminato.
Per “riequilibrare” questa piramide fornendole una “base” abbiamo provato a inserire nella fascia dei ricercatori anche il numero degli assegnisti di ricerca.
Figura 98 . Numerosità dei docenti/ricercatori e degli assegnisti. Valori assoluti. Anno 2020. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Bisogna a questo punto fare alcune considerazioni sull’eterogeneità dei componenti della “base frammentata” che abbiamo composto. Innanzitutto va problematizzata la piena appartenenza di alcune figure alla categoria dei “ricercatori”. Con la parziale eccezione degli assegnisti di ricerca, che possono o meno assumere incarichi di insegnamento secondo le differenti normative dei regolamenti di ateneo, la base della piramide è più propriamente costituita da docenti/ricercatori . Gli RTD-A e gli RTD-B lo sono perché così è previsto dalla legge che li istituisce. I ricercatori a tempo indeterminato, come meglio vedremo in seguito, lo sono per necessità di copertura degli insegnamenti, per concessione legislativa e per prassi consolidate.
Inoltre, queste figure sono molto differenti tra loro:
– Ricercatori a tempo indeterminato – ormai in esaurimento da 10 anni e per oltre un terzo abilitati (in valori assoluti: 455 abilitati alla prima fascia; 3224 alla seconda fascia), sono destinati a sparire entro qualche anno, per passaggio a una fascia più alta o per pensionamento;
– RTD-B – potremmo considerarli esclusi dalla categoria degli “a tempo determinato” e iniziare a pensarli come associati in pectore . Il contratto di RTD-B è attualmente l’unica porta per la stabilizzazione e sempre più sovente coloro che vengono assunti sono già abilitati, in modo da poter più sicuramente passare nella fascia degli associati;
– RTD-A e Assegnisti sono invece tra loro “diversamente precari”, i primi con un contratto di tre anni, i secondi con un contratto da uno a tre anni. Comuni sono i destini possibili: un contratto da RTD-B (prima del compimento del nono anno di “precariato”) o – compiuti i 12 anni di contratti di diversi tipo – l’espulsione.
Nella figura seguente, proviamo a distinguere le figure a tempo indeterminato – Professori ordinari, associati e ricercatori – da quella a “tempo indeterminato in pectore ” degli RTD-B, e da quelle effettivamente a tempo determinato. Da queste ultime abbiamo escluso gli RTD 2005 per la loro estrema esiguità (31 in valori assoluti nel 2020).
Figura 99 . Numerosità dei docenti/ricercatori e degli assegnisti. Valori assoluti. Anno 2020. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
In questa figura i ricercatori a tempo indeterminato e gli RTD-B sono, come abbiamo detto, accomunati dal destino di diventare professori associati se abilitati [69] o di “uscire”: i primi per pensionamento, i secondi dall’alveo del “tempo indeterminato”.
Ma anche i “precari” hanno sicuramente un punto in comune: competono tutti per diventare RTD-B e l’alternativa a questo esito è l’uscita dal sistema della ricerca (quanto meno della ricerca universitaria).
In breve, ferma restando la legislazione, la linea dei ricercatori a tempo indeterminato è destinata a scomparire, la linea degli RTD-B sarà come sempre legata alle disposizioni sul turnover e a eventuali futuri “piani straordinari”, e la base di questa figura geometrica – che potremmo definire come una piramide con una strozzatura appena sopra la base – sarà definitivamente costituita soltanto da “precari” con prospettive di stabilizzazione piuttosto incerte.
Iniziamo con l’identificare la numerosità degli strutturati.
Tabella 182 . Numerosità dei docenti/ricercatori a tempo indeterminato per genere. Anni 2008-2020. Valori assoluti, variazioni percentuali e percentuali sul totale. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca .
Anno |
Professori Ordinari |
Professori Associati |
Ricercatori Universitari |
Totale |
Totale |
% sul totale generale |
||||
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
|||
2008 |
3568 |
15366 |
6177 |
12079 |
11546 |
14038 |
21291 |
41483 |
62774 |
98,50% |
2009 |
3422 |
14458 |
5985 |
11580 |
11502 |
13933 |
20909 |
39971 |
60880 |
98,42% |
2010 |
3185 |
12669 |
5816 |
11142 |
11289 |
13647 |
20290 |
37458 |
57748 |
97,67% |
2011 |
3148 |
12097 |
5760 |
10868 |
11131 |
13458 |
20039 |
36423 |
56462 |
97,00% |
2012 |
3031 |
11492 |
5629 |
10517 |
11029 |
13233 |
19689 |
35242 |
54931 |
95,61% |
2013 |
2934 |
10958 |
5529 |
10277 |
10822 |
12918 |
19285 |
34153 |
53438 |
94,40% |
2014 |
2832 |
10437 |
6238 |
11301 |
9757 |
11273 |
18827 |
33011 |
51838 |
93,22% |
2015 |
2777 |
10106 |
7308 |
12728 |
8288 |
9144 |
18373 |
31978 |
50351 |
91,94% |
2016 |
2880 |
10096 |
7410 |
12514 |
7650 |
8332 |
17940 |
30942 |
48882 |
89,61% |
2017 |
2958 |
9899 |
7546 |
12573 |
7055 |
7555 |
17559 |
30027 |
47586 |
87,87% |
2018 |
3130 |
10054 |
7982 |
12801 |
6195 |
6406 |
17307 |
29261 |
46568 |
85,17% |
2019 |
3395 |
10293 |
8747 |
13535 |
5301 |
5400 |
17443 |
29228 |
46671 |
83,53% |
2020 |
3586 |
10572 |
9325 |
13794 |
4466 |
4531 |
17377 |
28897 |
46274 |
82,27% |
Nel 2008, per quanto fossero state già introdotte figure a tempo determinato dalla legge 230/2005 , la c.d. “Moratti”, la quasi totalità dei docenti/ricercatori contabilizzati dal sistema Miur-Cineca era di ruolo. Nei 12 anni intercorsi le cose sono significativamente cambiate per la radicale modifica del sistema di reclutamento già prefigurato dalla “Moratti” e definitivamente entrato in auge con la legge 240/2010 . Quest’ultima legge ha eliminato la figura di ricercatore a tempo indeterminato e ha introdotto le due figure di ricercatore a tempo determinato di tipo A e B delle quali si sono già brevemente delineate le caratteristiche. Tutti i nuovi reclutati a partire dal 2010 sono allora a tempo determinato, almeno formalmente, perché, come abbiamo visto, gli RTD-B abilitati sono “virtualmente a tempo indeterminato”.
Tabella 183 . Numerosità dei docenti e dei ricercatori a tempo determinato. Anni 2008-2020. Valori assoluti, variazioni percentuali e percentuali sul totale. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
RTD 2005 |
RTD-A |
RTD-B |
Straordinari t.d. |
Totale |
Totale |
% sul totale generale |
|||||
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
Donne |
Uomini |
|||
2008 |
183 |
273 |
4 |
10 |
187 |
283 |
470 |
0,74% |
||||
2009 |
243 |
382 |
5 |
16 |
248 |
398 |
646 |
1,04% |
||||
2010 |
455 |
677 |
3 |
2 |
8 |
33 |
463 |
715 |
1178 |
1,99% |
||
2011 |
597 |
821 |
73 |
77 |
2 |
5 |
11 |
37 |
683 |
940 |
1623 |
2,79% |
2012 |
533 |
704 |
484 |
637 |
6 |
14 |
12 |
52 |
1035 |
1407 |
2442 |
4,25% |
2013 |
405 |
515 |
854 |
1117 |
49 |
65 |
27 |
90 |
1335 |
1787 |
3122 |
5,52% |
2014 |
291 |
344 |
1115 |
1492 |
116 |
182 |
35 |
161 |
1557 |
2179 |
3736 |
6,72% |
2015 |
205 |
236 |
1275 |
1682 |
268 |
432 |
48 |
249 |
1796 |
2599 |
4395 |
8,03% |
2016 |
102 |
108 |
1374 |
1873 |
758 |
1134 |
52 |
249 |
2286 |
3364 |
5650 |
10,36% |
2017 |
38 |
42 |
1601 |
2090 |
998 |
1437 |
54 |
295 |
2691 |
3864 |
6555 |
12,10% |
2018 |
25 |
30 |
1757 |
2236 |
1519 |
2146 |
66 |
319 |
3367 |
4731 |
8098 |
14,81% |
2019 |
25 |
26 |
2029 |
2405 |
1777 |
2503 |
80 |
348 |
3911 |
5282 |
9193 |
16,45% |
2020 |
16 |
15 |
2225 |
2661 |
1928 |
2720 |
83 |
319 |
4252 |
5715 |
9967 |
17,72% |
A partire dalla legge 240/2010 fra i docenti/ricercatori a tempo indeterminato c’è dunque un ruolo “in esaurimento”, quello dei ricercatori universitari (RU), del quale esamineremo ora brevemente le caratteristiche.
Benché la legge che istituiva il ruolo vietasse esplicitamente l’attribuzione di incarichi di docenza ai ricercatori universitari ( DPR 382/1980, art. 1 ), dal 1990 ( L. 341/90, art. 12 ) i ricercatori confermati – e dal 1995 anche i non confermati – possono dare il loro consenso all’attribuzione da parte delle strutture didattiche di affidamenti o supplenze di corsi o moduli. Da quel momento una parte progressivamente sempre più notevole dell’offerta didattica è sostenuta da ricercatori a tempo indeterminato. Nello stesso tempo la messa in esaurimento prevista a partire dal 2013 dalla legge 230/2005 (la c.d. “legge Moratti”) e anticipata al 2011 dalla legge 240/2010 (la c.d. “legge Gelmini”), e la istituzione, con questa stessa legge, della figura di RDT-B, mette i ricercatori a tempo indeterminato su una sorta di binario morto. Ripetute misure legislative e interventi finanziari sono stati diretti a favorire il passaggio dei ricercatori a tempo indeterminato in possesso di abilitazione scientifica nazionale a professori associati. Già la legge 240/2010 aveva riservato a questo scopo apposite risorse per gli anni 2011 e seguenti, sulla base di un piano straordinario poi attuato con decreti ministeriali del 2011 e del 2012 e messo in atto a partire dal 2014, dopo i risultati della prima tornata di abilitazioni. Il passaggio dei ricercatori abilitati alla seconda fascia è proseguito con alterne vicende ma, come abbiamo visto, il 36,08% dei ricercatori in servizio nel 2010 è ancora “in esaurimento” e il 40,89% di essi è abilitato alla prima o alla seconda fascia. L’ultimo provvedimento in merito è un nuovo “piano straordinario” ( D.M. 84, 14 maggio 2020 ) per la progressione di carriera di circa 1.034 ricercatori a tempo indeterminato abilitati, che dovrebbero diventare professori associati entro il 2022.
In breve, a dieci anni dalla messa in esaurimento, i ricercatori a tempo indeterminato sono ancora il 16% dei docenti/ricercatori a tempo indeterminato e determinato (valore assoluto: 8.997): RTD-A e RTD-B sommati ne sono il 17% (valore assoluto 9.534).
Nel corso dell’esposizione ci siamo già soffermati su alcune caratteristiche di questa fascia, ma le dedicheremo qui ulteriore spazio per riassumere e completare alcune informazioni.
Come si evince dalle tabelle e dal grafico seguenti, la messa in esaurimento della figura di ricercatore a tempo indeterminato sta producendo effetti differenti fra ricercatori e ricercatrici.
Tabella 184 . Numerosità dei ricercatori a tempo indeterminato per genere. Anni 2008-2020. Valori assoluti e variazioni percentuali. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
Ricercatrici |
Ricercatori |
Totale |
2008 |
11546 |
14038 |
25584 |
2009 |
11502 |
13933 |
25435 |
2010 |
11289 |
13647 |
24936 |
2011 |
11131 |
13458 |
24589 |
2012 |
11029 |
13233 |
24262 |
2013 |
10822 |
12918 |
23740 |
2014 |
9757 |
11273 |
21030 |
2015 |
8288 |
9144 |
17432 |
2016 |
7650 |
8332 |
15982 |
2017 |
7055 |
7555 |
14610 |
2018 |
6195 |
6406 |
12601 |
2019 |
5301 |
5400 |
10701 |
2020 |
4466 |
4531 |
8997 |
-61,32% |
-67,72% |
-64,83% |
I ricercatori a tempo indeterminato sono diminuiti del 67,72% e le ricercatrici del 61,32%, per un decremento del totale della fascia del 64,83%.
Tabella 185 . Ricercatori a tempo indeterminato per genere. Anni 2008-2020. Valori percentuali sul totale della fascia. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
Ricercatrici |
Ricercatori |
2008 |
45,1% |
54,9% |
2009 |
45,2% |
54,8% |
2010 |
45,3% |
54,7% |
2011 |
45,3% |
54,7% |
2012 |
45,5% |
54,5% |
2013 |
45,6% |
54,4% |
2014 |
46,4% |
53,6% |
2015 |
47,5% |
52,5% |
2016 |
47,9% |
52,1% |
2017 |
48,3% |
51,7% |
2018 |
49,2% |
50,8% |
2019 |
49,5% |
50,5% |
2020 |
49,6% |
50,4% |
Ne deriva che la percentuale di ricercatrici sul totale della fascia cresce, pur non raggiungendo ancora – a livello nazionale – il 50%. Il grafico seguente (che ripropone in valori assoluti i contenuti della Figura 7 ) visualizza questa dinamica.
Figura 100 . Numerosità dei ricercatori a tempo indeterminato per genere. Anni 2008, 2010, 2012, 2014, 2016, 2018, 2020. Valori assoluti. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Si è più volte ricordato, nelle precedenti sezioni, che le dinamiche dell’ esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato hanno volumi e velocità differenti nelle tre macro-aree del Paese, così che la variazione percentuale dal 2008 al 2020 è stata – rispetto alla già ricordata media nazionale del -64,83% – del -68,64% al Nord, del -63,74% al Centro e del -61,03% al Sud e nelle Isole.
Nella seguente tabella metteremo in evidenza la percentuale di ricercatrici e ricercatori a tempo indeterminato sul totale docenti/ricercatori nelle tre macro-aree del Paese.
Tabella 186 . Ricercatori a tempo indeterminato nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2008-2020. Valori percentuali sul totale dei docenti/ricercatori dell’area. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
Ricercatori Nord |
Ricercatori Centro |
Ricercatori Sud e Isole |
2008 |
39,36% |
38,78% |
42,29% |
2009 |
40,28% |
39,74% |
43,36% |
2010 |
40,84% |
41,54% |
44,48% |
2011 |
41,29% |
41,62% |
44,04% |
2012 |
41,15% |
41,38% |
44,38% |
2013 |
40,80% |
41,09% |
44,18% |
2014 |
34,83% |
38,47% |
41,40% |
2015 |
28,70% |
32,47% |
35,64% |
2016 |
26,03% |
30,03% |
33,27% |
2017 |
23,34% |
27,72% |
31,53% |
2018 |
19,38% |
23,75% |
27,78% |
2019 |
15,85% |
20,16% |
23,12% |
2020 |
13,01% |
17,05% |
19,55% |
Come si evince dalla tabella, la percentuale di ricercatrici e ricercatori a tempo indeterminato sul totale dei docenti/ricercatori dell’area è storicamente più alta al Sud e nelle Isole. Tuttavia, mentre tale differenza nel 2008 era di meno di 3 punti percentuali rispetto alle regioni del Nord e di circa 3,5 punti percentuali rispetto al Centro, nel 2020 tali differenze diventano di oltre 6 punti percentuali rispetto al Nord e di circa 2,5 punti rispetto al Centro. Ciò è evidenziato dal grafico seguente, che prende in considerazione gli anni dall’introduzione della legge “Gelmini” e dalla messa in esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato al 2020.
Figura 101 . Ricercatori a tempo indeterminato nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2010-2020. Valori percentuali sul totale dell’area geografica. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella tabella seguente presentiamo le percentuali di ricercatrici e ricercatori a tempo indeterminato delle tre macro-aree del Paese sul totale delle ricercatrici e dei ricercatori a tempo indeterminato italiani.
Tabella 187 . Distribuzione dei ricercatori a tempo indeterminato nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2008-2020. Valori percentuali sul totale della fascia. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
Ricercatori Nord |
Ricercatori Centro |
Ricercatori Sud e Isole |
2008 |
40,92% |
25,45% |
33,63% |
2009 |
40,87% |
25,56% |
33,56% |
2010 |
40,71% |
25,99% |
33,30% |
2011 |
41,47% |
25,66% |
32,86% |
2012 |
41,59% |
25,29% |
33,12% |
2013 |
41,68% |
25,13% |
33,18% |
2014 |
39,65% |
26,10% |
34,25% |
2015 |
38,99% |
26,04% |
34,97% |
2016 |
38,56% |
26,14% |
35,30% |
2017 |
37,86% |
26,11% |
36,03% |
2018 |
37,27% |
25,91% |
36,82% |
2019 |
36,75% |
26,27% |
36,98% |
2020 |
36,49% |
26,24% |
37,27% |
Variaz. punti perc. |
-4,43 |
+0,79 |
+3,64 |
Possiamo osservare che, come è evidente anche nel grafico seguente, le percentuali sul totale della fascia decrescono al Nord di oltre 4 punti percentuali (4,43) e viceversa crescono al Centro (meno di un punto percentuale: 0,79), e al Sud e nelle Isole di oltre 3 punti percentuali (3,64).
Figura 102 . Ricercatori a tempo indeterminato nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2010-2020. Valori percentuali sul totale della fascia. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nel grafico seguente presenteremo, in valori percentuali, la consistenza della fascia sul totale generale dei docenti/ricercatori nelle tre macro-aree del Paese, evidenziando in tal modo le differenti dinamiche della decrescita.
Figura 103 . Ricercatori a tempo indeterminato nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2010-2020. Valori percentuali sui totali generali. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella tabella e nel grafico seguenti si ribadisce, in valori percentuali sui totali dei docenti/ricercatori delle aree geografiche, quanto già evidenziato dai valori assoluti: una differente incidenza dei ricercatori a tempo indeterminato sul totale dei docenti/ricercatori nelle macro-aree e il passaggio da una situazione di maggiore numerosità della componente maschile della fascia si è passati a una quasi-parità.
Tabella 188 . Ricercatori a tempo indeterminato per genere nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2008-2020. Valori percentuali sul totale dei docenti/ricercatori dell’area geografica. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
NORD |
CENTRO |
SUD e ISOLE |
|||
Ricercatrici |
Ricercatori |
Ricercatrici |
Ricercatori |
Ricercatrici |
Ricercatori |
|
2008 |
17,66% |
21,70% |
17,71% |
21,08% |
19,06% |
23,24% |
2009 |
18,08% |
22,21% |
18,19% |
21,54% |
19,61% |
23,76% |
2010 |
18,36% |
22,48% |
19,03% |
22,51% |
20,12% |
24,36% |
2011 |
18,58% |
22,71% |
18,92% |
22,69% |
20,01% |
24,03% |
2012 |
18,59% |
22,56% |
18,90% |
22,48% |
20,26% |
24,12% |
2013 |
18,41% |
22,39% |
18,84% |
22,24% |
20,31% |
23,87% |
2014 |
16,06% |
18,77% |
17,88% |
20,59% |
19,32% |
22,08% |
2015 |
13,60% |
15,10% |
15,44% |
17,04% |
17,01% |
18,63% |
2016 |
12,43% |
13,60% |
14,32% |
15,71% |
16,02% |
17,25% |
2017 |
11,24% |
12,10% |
13,33% |
14,39% |
15,31% |
16,21% |
2018 |
9,53% |
9,85% |
11,51% |
12,24% |
13,79% |
13,99% |
2019 |
7,87% |
7,97% |
9,92% |
10,24% |
11,48% |
11,65% |
2020 |
6,46% |
6,55% |
8,35% |
8,69% |
9,79% |
9,76% |
Vediamo ora l’incidenza percentuale delle ricercatrici e dei ricercatori delle tre macro-aree sul totale nazionale negli anni 2010, 2015, 2020.
Figura 104 . Ricercatori a tempo indeterminato per genere nelle tre macro-aree del Paese. Anni 2010, 2015, 2020. Valori percentuali sul totale nazionale. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anticipiamo ora alcune osservazioni sulla numerosità delle ricercatrici e dei ricercatori a tempo indeterminato nelle 14 aree Concorsuali individuate dal Consiglio Universitario Nazionale, note come aree CUN.
Nella tabella seguente presentiamo la numerosità della fascia nelle aree CUN dal 2008 al 2020 in valori assoluti e le variazioni percentuali nel periodo preso in esame.
Tabella 189 . Numerosità dei ricercatori a tempo indeterminato nelle aree CUN. Anni 2008-2020. Valori assoluti e variazioni percentuali. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
Area 01 |
Area 02 |
Area 03 |
Area 04 |
Area 05 |
Area 06 |
Area 07 |
Area 08 |
Area 09 |
Area 10 |
Area 11 |
Area 12 |
Area 13 |
Area 14 |
Totale |
2008 |
1279 |
888 |
1288 |
475 |
2342 |
5382 |
1324 |
1618 |
1926 |
2373 |
2106 |
2066 |
1762 |
755 |
25584 |
2009 |
1278 |
880 |
1293 |
466 |
2314 |
5257 |
1334 |
1585 |
1925 |
2364 |
2086 |
2098 |
1784 |
771 |
25435 |
2010 |
1257 |
864 |
1299 |
463 |
2281 |
5086 |
1320 |
1550 |
1942 |
2265 |
2037 |
2044 |
1762 |
766 |
24936 |
2011 |
1250 |
882 |
1310 |
458 |
2303 |
4940 |
1332 |
1511 |
1958 |
2207 |
1961 |
1994 |
1717 |
766 |
24589 |
2012 |
1252 |
869 |
1310 |
456 |
2280 |
4774 |
1330 |
1499 |
1931 |
2182 |
1932 |
1962 |
1724 |
761 |
24262 |
2013 |
1232 |
854 |
1302 |
455 |
2256 |
4596 |
1297 |
1475 |
1909 |
2122 |
1881 |
1915 |
1694 |
752 |
23740 |
2014 |
1100 |
715 |
1135 |
403 |
2075 |
4231 |
1182 |
1288 |
1565 |
1829 |
1645 |
1706 |
1498 |
658 |
21030 |
2015 |
891 |
543 |
935 |
338 |
1786 |
3646 |
1009 |
1027 |
1252 |
1433 |
1312 |
1482 |
1208 |
570 |
17432 |
2016 |
818 |
473 |
860 |
317 |
1666 |
3388 |
933 |
926 |
1128 |
1277 |
1196 |
1374 |
1101 |
525 |
15982 |
2017 |
755 |
407 |
789 |
279 |
1557 |
3119 |
858 |
850 |
1022 |
1145 |
1078 |
1269 |
999 |
483 |
14610 |
2018 |
645 |
345 |
683 |
243 |
1398 |
2687 |
765 |
713 |
828 |
959 |
895 |
1149 |
861 |
430 |
12601 |
2019 |
548 |
285 |
589 |
201 |
1212 |
2342 |
670 |
572 |
687 |
783 |
704 |
998 |
758 |
352 |
10701 |
2020 |
460 |
238 |
487 |
167 |
1045 |
2001 |
565 |
465 |
563 |
616 |
570 |
875 |
659 |
286 |
8997 |
Variaz. % |
-64,03 |
-73,20 |
-62,19 |
-64,84 |
-55,38 |
-62,82 |
-57,33 |
-71,26 |
-70,77 |
-74,04 |
-72,93 |
-57,65 |
-62,60 |
-62,12 |
-64,83 |
Osserviamo che anche in questo caso – rispetto alla decrescita complessiva del 64,83% – ci sono significativi scostamenti, come è evidente nel grafico seguente che fa riferimento al 2010 (anno della legge 240), a un anno intermedio (2015) e alla situazione attuale.
Figura 105 . Numerosità dei ricercatori a tempo indeterminato nelle aree CUN. Anni 2010, 2015,2020. Valori assoluti. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Nella tabella e nel grafico seguenti la differenza fra le dinamiche di decrescita viene evidenziata attraverso l’uso delle percentuali sui totali della fascia dal 2008 al 2020.
Tabella 190 . Ricercatori a tempo indeterminato nelle aree CUN. Anni 2008-2020. Valori percentuali sui totali della fascia. Fonte: ns. elaborazione dati Miur-Cineca.
Anno |
Area 01 |
Area 02 |
Area 03 |
Area 04 |
Area 05 |
Area 06 |
Area 07 |
Area 08 |
Area 09 |
Area 10 |
Area 11 |
Area 12 |
Area 13 |
Area 14 |
2008 |
5,00% |
3,47% |
5,03% |